Inaugurata a Matera nuova sede della scuola di Restauro ISCR
Finalmente dopo vari anni di progettazione, lavori di ristrutturazione, proclami ecc. il 5/03/2017 è stata inaugurata ufficialmente la nuova sede di Matera della Scuola Statale di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ex ICR) intitolata a Michele D’Elia, presso la sede nell’ex Convento di Santa Lucia Nova, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, del Sindaco di Matera Raffaello de Ruggieri, del Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, del Direttore ISCR Gisella Capponi e del Direttore SAF-ISCR della sede di Matera Giovanna De Palma.
La Scuola di Alta Formazione di Matera (città designata Capitale Europea della Cultura per il 2019) ha festeggiato l’avvenimento con l’apertura della mostra “RestaurAnno Primo”, che illustra i risultati dell’attività didattica degli allievi del primo anno di corso.
La Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro ha sempre rappresentato un percorso d’eccellenza per chi vuole svolgere la professione di restauratore, riconosciuta dal 2011 con una Laurea Magistrale abilitante. L’insegnamento del restauro era stato fissato fin dalla fondazione dell’Istituto come uno degli scopi da perseguire. Creare una nuova figura professionale di “restauratore scientifico”, svincolata dalla tradizionale formazione di bottega, era uno dei principali obiettivi che Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi avevano posto all’interno del progetto del costituendo Istituto Centrale del Restauro.
La Scuola di Alta Formazione di Matera, in piena continuità con le esperienze svolte in settant’anni nella storica sede di Roma, ha attivato due percorsi formativi professionalizzanti, il primo dedicato alle superfici decorate dell’architettura (PFP 1 Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura) e il secondo ai dipinti (PFP 2 Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti).
L’insegnamento teorico pratico del restauro occupa tra il 50 e il 65% della didattica ed è svolto su opere spesso di grande importanza. Il percorso formativo si conclude dopo cinque anni con un esame abilitante all’esercizio della professione di Restauratore di Beni Culturali e il conseguimento del Diploma equipollente alla Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (classe LMR/02).
La mostra “RestaurAnno Primo. Lavori di restauro degli allievi del 66° corso ISCR a.a. 2015-16” porterà all’attenzione dei visitatori i risultati dell’attività didattica condotta durante il primo anno accademico della SAF di Matera. Si tratta di interventi su opere pertinenti al percorso formativo professionalizzante (PFP) 1 (Materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell’architettura) e al PFP 2 (Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile), con la prevalenza di manufatti di provenienza locale, quale la Madonna policroma in calcare locale (provenienza ignota, recuperata dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, databile alla metà del XVII sec.), capitello, elementi di colonne, rilievi reggistemma e leoni in calcare locale provenienti dal Museo Ridola di Matera e di altre opere in pietra custodite in chiese della Basilicata (Angeli capoaltare in marmo di Carrara, 1783, dalla Chiesa del Carmine, Muro Lucano (PZ); Bifore in calcare locale, Abbazia di San Michele a Montescaglioso (MT); statua di Evangelista in calcare locale, Chiesa la Diruta, Grottole (MT). Fa eccezione la Croce dipinta dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti (Firenze), databile tra la fine del XIV e l’inizio del XV sec.
Nell’anno accademico in corso gli allievi sono impegnati su opere provenienti dalle aree del sisma del 2016 e altre recuperate al patrimonio pubblico grazie all’impegno dei Carabinieri del Comando TPC. Tra queste una scultura in marmo di età Giulio Claudia raffigurante un uomo togato, e due affreschi entro un tondo raffiguranti rispettivamente l’Agnus Dei e il Salvatore benedicente (XII-XIII sec.).